Qualità di vita, Sviluppo delle conoscenze e Cultura sono le tre macro aree di intervento dell’attività di sostegno al territorio previste per il triennio 2025/2027 da Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo (Cariparo). “Abbiamo innovato il nostro modo di guardare agli obiettivi pluriennali, mantenendo una continuità d’azione coerente con i bisogni del territorio”, spiega a MondoInvestor Gilberto Muraro, Presidente di Fondazione Cariparo, che racconta anche l’importante attività filantropica del 2024, con oltre la metà delle risorse disponibili destinate agli ambiti dell’educazione e della ricerca. L’Ente, che nel corso del 2024 ha ridotto la liquidità in portafoglio a favore delle obbligazioni e ha ribilanciato i diversificatori liquidi a favore di quelli illiquidi, ha chiuso l’esercizio 2024 con il terzo miglior avanzo e il secondo miglior risultato della gestione finanziaria della propria storia.
Innanzitutto, viste le crescenti sfide nel nostro Paese a livello economico e sociale, come si declina oggi il ruolo di supporto al territorio delle Fondazioni di origine bancaria?
Il ruolo delle Fondazioni continua ad essere quello di attori della sussidiarietà orizzontale e motori del Terzo Settore. Oltre a questo, sempre più le Fondazioni svolgono un’attività di catalizzatori di risorse ed energie del territorio per dare avvio a processi virtuosi e sperimentare nuove soluzioni per affrontare bisogni vecchi e nuovi espressi dai territori. In un’epoca di forte cambiamento, gravata da grande imprevedibilità, le Fondazioni possono essere alleate dei propri territori, dialogando e costruendo con loro azioni utili a rispondere ai principali bisogni, ma anche “importando” modelli di successo sperimentati da altri soggetti su altri territori. In questo senso anche il confronto tra Fondazioni, fondato su un dialogo aperto, risulta essere una risorsa di cruciale importanza: la condivisione delle esperienze è un’ulteriore ricchezza che ci consente di apprendere con più facilità dalle criticità incontrate e dai successi raggiunti da altri. Questo ci consente di operare e migliorare i progetti con maggiore rapidità ed efficacia. Oltre a questo, c’è sempre la disponibilità a collaborare concretamente con Acri, e con gruppi di Fondazioni (tra cui, ad esempio, la Consulta delle Fondazioni del Triveneto), su progetti e iniziative che riguardano obiettivi comuni di particolare rilievo per ampi territori o addirittura per tutto il Paese.
A quanto ammontano le risorse che ha stanziato la vostra Fondazione nel 2024 e quali sono stati i progetti più significativi che avete sostenuto?
L’attività filantropica nel 2024 è stata particolarmente intensa: abbiamo destinato all’attività erogativa 83,6 milioni di euro (per 946 interventi), di cui oltre la metà riguarda progetti nell’ambito dell’educazione e della ricerca, settori cardine per generare un impatto positivo sia a beneficio delle generazioni attuali sia di quelle future. Con particolare riferimento all’ambito della ricerca, oltre ai bandi promossi dalla Fondazione per il sostegno di progetti di ricerca d’eccellenza, il 2024 ha visto l’accoglimento di significative proposte avanzate dal territorio, con l’assunzione di impegni di rilievo a favore di enti di ricerca di Padova per la realizzazione di progetti di alto livello scientifico. Tali progetti, focalizzati su sperimentazioni e approcci particolarmente innovativi per il trattamento di malattie, vedono in alcuni casi anche la collaborazione di realtà scientifiche di valenza nazionale, che aggiungono valore ai progetti sostenuti.
Nelle diverse linee di intervento della Fondazione, oltre ai numerosi bandi gestiti nell’anno, sono stati confermati e consolidati alcuni importanti progetti e avviate nuove iniziative. Tra gli interventi più innovativi: 1) il Bando InclusiON, finalizzato a favorire l’inclusione sociale, educativa e lavorativa di minori con background migratorio; 2) il Bando CER e altri progetti di transizione energetica, che mira a fornire supporto agli enti del territorio nello sviluppo di progettualità coerenti con gli obiettivi definiti dall’Unione Europea e dal Governo italiano per il contrasto al cambiamento climatico; 3) Bando Luoghi (non) comuni, finalizzato al sostegno di progetti di rigenerazione territoriale, incentrati sulla valorizzazione e rifunzionalizzazione di beni culturali e ambientali e sulla rivitalizzazione di spazi sottoutilizzati.
Un aspetto innovativo che accomuna questi bandi è rappresentato dalla modalità di partecipazione, riservata alle partnership costituite da enti pubblici ed enti del Terzo Settore, al fine di stimolare la co-progettazione tra enti pubblici ed enti privati; questo nella consapevolezza che unendo le forze pubbliche e private si possono raggiungere quegli obiettivi in grado di dare concrete risposte alle esigenze che il territorio esprime e che la nostra Fondazione intercetta, grazie anche a una rilevante azione di ascolto.
Per favorire la co-progettazione, inoltre, la Fondazione ha promosso un’importante azione di formazione e di accompagnamento, per potenziare il capacity building dei soggetti chiamati ad agire quotidianamente nelle sfide di sviluppo culturale, sociale ed educativo del nostro territorio.
Forte permane anche l’impegno a favore della partecipazione alla cultura e della tutela dei beni culturali. Palazzo Roverella, ormai noto per le sue mostre d’arte di respiro internazionale, di anno in anno attrae un numero crescente di visitatori, superando nel 2024 le 115 mila presenze.
Ottimi sono i risultati raggiunti anche dagli eventi espositivi nell’adiacente Palazzo Roncale, la cui programmazione è focalizzata su personaggi, esperienze e aspetti peculiari del territorio polesano. Senza dimenticare la nostra rassegna Musikè, i cui spettacoli di musica, teatro e danza con artisti nazionali e internazionali, nelle province di Padova e Rovigo, da anni registrano una partecipazione entusiastica da parte del pubblico.
Con soddisfazione ricordo inoltre il sostegno della Fondazione al rinnovamento della Casa dove visse Giacomo Matteotti, avvenuto nel centenario dalla sua tragica scomparsa. La Casa Museo, visitabile nel Comune di Fratta Polesine, ora è in grado di offrire ai propri visitatori un’esperienza moderna e tecnologicamente avanzata per raccontare al meglio la vita e il pensiero di un uomo di assoluto rilievo nella storia politica e sociale del nostro Paese.
Rimanendo nel territorio rodigino sono in fase avanzata le opere per completare la riconversione dell’ex centro fieristico di proprietà del Cen.Ser in un polo di formazione, ricerca e innovazione. In particolare, abbiamo frazionato e reso più fruibili gli spazi dei vecchi padiglioni, dotato il compendio di impianti efficienti dal punto di vista energetico, migliorato l’arredo urbano a servizio delle centinaia di giovani e lavoratori che ogni giorno lo frequentano. Abbiamo contestualmente ridotto l’impatto ambientale dell’intero complesso dotandolo di un sistema di impianti fotovoltaici della notevole capacità di 550 MWh ed effettuato un centinaio di nuove piantumazioni. Mi preme ricordare anche l’attività svolta dai due enti di più recente avvio: Fondazione Oggi e Domani ETS, che opera nell’ambito del supporto alle persone con disabilità e alle loro famiglie, e Fondazione Goletta L.A.B. ETS, che opera nell’ambito dell’educazione ambientale e nella ricerca. La loro attività si sta dimostrando con i fatti sempre più incisiva a livello territoriale e i risultati raggiunti così come gli obiettivi futuri trovano ampio risalto nei relativi siti web e bilanci, che invito calorosamente a consultare.
Tra le numerose proposte avanzate dal territorio nel corso del 2024, hanno trovato definizione alcuni impegni in ambito socio/sanitario di particolare rilevanza, tra cui il nuovo hospice pediatrico a Padova, che diverrà Centro Regionale Veneto di Terapia del Dolore e Cure Palliative Pediatriche: per tale intervento il nostro Ente ha coinvolto altre Fondazioni facenti parte della Consulta delle Fondazioni del Triveneto. Richiamo anche il sostegno al progetto di umanizzazione dell’ospedale pediatrico di Padova, nonché alla realizzazione di una nuova struttura residenziale a favore delle persone con grave disabilità fisico/motoria nel complesso dell’ex ospedale dei Colli.
Sul fronte dei conti, dopo un ottimo 2023, avete chiuso il 2024 con uno dei migliori risultati di sempre per voi…
L’esercizio 2024 si è chiuso con avanzo di 204,5 milioni di euro, grazie a un risultato della gestione finanziaria pari a 285,4 milioni di euro, il secondo migliore nella storia della Fondazione, che ci consente di aumentare di 30 milioni di euro le risorse per le erogazioni del 2025, portandole a quota 95 milioni di euro (+46,2% rispetto alla previsione di 65 milioni contenuta nel Documento Programmatico Annuale 2025). Le maggiori risorse rappresentano uno stanziamento straordinario una tantum che verrà destinato ad iniziative e progetti strutturali di particolare rilevanza per la nostra comunità. Le eccellenti performance registrate nel 2024 hanno portato gli attivi finanziari della Fondazione a raggiungere un valore di mercato di 3,84 miliardi di euro, segnando una crescita di oltre il 19% rispetto al pur ottimo 2023.
A fine 2024, come risultano suddivisi i vostri investimenti? Avete apportato delle modifiche significative all’asset allocation nell’ultimo anno?
Nel 2024 il valore dei nostri attivi finanziari è aumentato del 19% e a fine dicembre era intorno a 3,85 miliardi di euro, di cui circa un terzo nella partecipazione strategica (Intesa Sanpaolo), 320 milioni di investimenti illiquidi italiani (di cui 90 milioni mission related o di sistema e quindi finanziati con fondi erogativi). I rimanenti 2,2 miliardi costituiscono quello che noi chiamiamo “portafoglio gestito”, globalmente diversificato in tutte le classi di investimento: poco più della metà è investito in azionario, quotato e non; circa un quinto in obbligazioni; circa un quinto in strategie decorrelate (a rendimento assoluto ed hedge fund); il rimanente lo manteniamo liquido. Per quanto riguarda l’asset allocation strategica, dopo il 2017 (quando adeguandoci ai parametri previsti dal protocollo Acri-Mef abbiamo dismesso circa metà della partecipazione in Intesa Sanpaolo), non ci sono state modifiche sostanziali. Da allora, l’allocazione strategica tra Intesa Sanpaolo, investimenti illiquidi italiani e portafoglio gestito non è praticamente più cambiata e anche all’interno del portafoglio gestito è cambiata negli anni solo marginalmente. A inizio 2024, tenuto conto del contesto di tassi d’interesse più elevati, abbiamo ridotto la liquidità a favore delle obbligazioni e ribilanciato i diversificatori liquidi, ovvero gli hedge fund (che erano cresciuti moltissimo nel 2023) a favore di quelli illiquidi, ossia i mercati privati. Nel corso dell’anno abbiamo poi sovrappesato tatticamente il portafoglio obbligazionario, riducendo ulteriormente l’esposizione ai diversificatori liquidi (questa volta non i fondi hedge ma le strategie a rendimento assoluto) mediamente più costosi e relativamente meno attraenti nel nuovo contesto.
L’anno si è concluso molto bene e siamo stati soddisfatti del risultato della gestione finanziaria: 284,5 milioni, il secondo migliore nella storia della Fondazione. Purtroppo ora l’orizzonte si è oscurato.
L'intervista integrale è stata pubblicata su MondoInvestor nr. 252 di maggio 2025.
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