L’India sta crescendo da vent’anni a tassi elevati e nei prossimi anni è prevista un’ulteriore accelerazione. L’economia indiana è molto ben posizionata e caratterizzata dalla più alta crescita del Pil, secondo IMF, OECD, World Bank e altri analisti che coprono i mercati emergenti. L’India è quindi la più grande democrazia caratterizzata da un’elevata crescita del proprio prodotto interno lordo.
Ci sono quattro motivi che spiegano questo primato. Il primo riguarda la demografia: con una popolazione particolarmente giovane e un’età media inferiore ai 30 anni, lo stimolo all’innovazione è elevato. Molti fondi di private equity stanno investendo in nuove iniziative e numerosi manager, piuttosto che andare negli Stati Uniti o in Europa, preferiscono restare in India per sviluppare business, nell’ambito dei consumi o del mondo finanziario, per citarne alcuni. La popolazione giovane, inoltre, ha bisogno di abitazioni. Una larga fetta della popolazione non ha a disposizione case di qualità, di conseguenza c’è un elevato bisogno di sviluppare le infrastrutture abitative. La popolazione giovane garantisce uno stimolo alla crescita nel lungo periodo: se si guarda ad esempio a Singapore negli anni ’60, o alla Cina dagli anni 2000, si nota che c’è stata una dinamica demografica favorevole. L’India si trova oggi in questa situazione.
Il secondo motivo del primato indiano riguarda il miglioramento della produttività: ogni nazione in passato, se si guarda agli Stati Uniti, all’Europa, al Giappone, ha sperimentato un’elevata crescita in concomitanza con miglioramenti della produttività guidati da un progresso tecnologico. In India, 500 milioni di indiani hanno avuto accesso a Internet negli ultimi 7 anni. Il costo dei dati è crollato e l’utilizzo è esploso: ogni giorno assistiamo a una maggiore penetrazione della digitalizzazione, e questo porta a miglioramenti della produttività. Aumenta il lavoro, aumentano i capitali, aumenta la produttività, tutto questo ha un’influenza positiva sulla crescita dell’economia indiana.
Il terzo motivo riguarda la stabilità politica indiana, grazie a un Governo con lo stesso Primo Ministro da 11 anni. La corruzione sta diminuendo, è stata introdotta una maggiore trasparenza da parte del governo sull’utilizzo delle risorse naturali e su altre forme di attività e l’economia ombra si sta trasformando in economia emersa. Il governo è molto forte, ma si tratta pur sempre di una democrazia, a differenza di altri Paesi come la Cina.
Infine, riguardo agli eventi geopolitici, grazie a un settore pubblico forte, le aziende e i Paesi che vogliono diversificare i propri interessi e le proprie supply chain e spostarli dalla Cina guardano all’India. Significativo è il fatto che il più grande produttore al mondo di smartphone, Apple, abbia dichiarato che entro la fine dell’anno prossimo, il 100% della nuova produzione di iPhone dedicati al mercato americano arriverà dall’India. Questo comunque è solo un esempio, perché sempre più imprese, piccole medie o grandi e provenienti da tutto il mondo, stanno venendo in India. Il Paese ha talenti, salari competitivi, l’inglese è parlato comunemente e il Governo sta attuando le riforme necessarie affinchè avvenga un cambiamento positivo.
Le ragioni per investire nell’azionario indiano
Il primo aspetto riguarda la diversificazione. In India la percentuale di imprese possedute dallo Stato è limitata, a differenza di quanto accade in Cina o in Sud America. Ci sono molte multinazionali quotate sul mercato indiano e il mix di settori è molto diversificato, il che abbassa la correlazione con altri mercati sia sviluppati che emergenti. Il fatto che l’India sia una democrazia, garantisce una maggiore sicurezza degli investimenti effettuati, cosa che non è scontata altrove. Le valutazioni sul mercato azionario indiano sono vantaggiose, sia che si misurino in rapporto al rendimento sull’equity che della crescita. Infine, ci sono una serie di inefficienze: il 50% delle aziende sono possedute dalle famiglie dei fondatori e il segmento retail è molto sviluppato. Un gestore attivo può creare alpha a differenza di Paesi sviluppati dove il mercato è ormai molto istituzionalizzato.
Le migliori opportunità e i rischi nell’azionario indiano
Dato che l’India è in una fase di elevata crescita e le possibilità di investimento sono diversificate tra diversi settori, vedo opportunità sia nella old economy che nella new economy. Negli ambiti più tradizionali, ci sono buone opportunità nell’housing, nelle energie rinnovabili, negli impianti di condizionamento. Nella new economy, si stanno sviluppando in India ad esempio dei vettori aerei innovativi, oppure degli equivalenti di piattaforme come Booking o Expedia, o ancora Revolut. In sostanza, si tratta di opportunità legate ai trend sui consumi o ai trend di finanziarizzazione. Questi sono esempi, per indicare come le occasioni siano diffuse in diversi ambiti.
L’approccio del fondo Allianz India Equity
Noi applichiamo check list proprietarie basate sulla metodologia GARP (growth at a reasonable price), e non applichiamo logiche value o growth. Questo perché le aziende non hanno una storia sufficiente per fare analisi storiche in chiave value, mentre lo stile growth lo reputiamo troppo rischioso. Adottiamo anche metodologie quantitative di screening e per la costruzione del portafoglio. In un ambiente ad alta crescita come quello indiano, nella gestione dei portafogli vale la pena applicare un rigoroso risk management per minimizzare le perdite, piuttosto che inseguire potenziali “big winner”. È importante poi essere presenti nei settori che presentano situazioni favorevoli, come quelli dei digital media, dell’energia rinnovabile, di nuove forme di consumi, oltre che monitorare l’allineamento degli interessi tra la maggioranza di chi detiene le azioni di un’azienda e la minoranza. Oltre a questo, se puoi fare un backtest del tuo marginal safety con i cash flow, si ottiene la ricetta per buoni risultati.
Il ruolo dell’ESG
L’ESG è centrale per il nostro processo di investimento, tanto che il fondo è Articolo 8 e abbiamo la quota di investimenti sostenibili più elevata dei nostri competitor. Il nostro stile di investimento ci porta a investire nelle migliori aziende sul fronte ESG e oltretutto il nostro team è in grado di analizzare la carbon footprint delle imprese e il loro grado di stewardship. Sull’ESG, l’India si trova nelle prime fasi di adozione di determinati criteri e noi interagiamo con le aziende in cui investiamo per guidarle in merito alle loro pratiche in termini di sostenibilità. Noi non investiamo solo nei primi 50 titoli del listino, piuttosto il nostro universo di riferimento è più ampio e ricomprende 500 titoli. Con molte aziende quindi abbiamo un approccio attivo sul fronte ESG e le spingiamo ad adottare pratiche o a entrate in contatto con alcune piattaforme di sostenibilità, come Sustainalytics o MSCI che le portano a migliorare la loro comunicazione e trasparenza sui rating ESG.
A cura di Anand Gupta, gestore del fondo Allianz India Equity di Allianz Global Investors
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