Cambiamenti significativi nei private market e nelle strategie di asset allocation, a cura di bfinance
La mancanza di benchmark solidi per rendimenti e volatilità crea sfide nell’asset allocazioni in private market, mentre il 47% degli investitori prevede una “compressione” delle performance per la riduzione dell’illiquidity premium
26/03/2025
Redazione MondoInstitutional
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Gli investitori istituzionali devono ripensare le strategie di modellazione e allocazione di private asset, per effetto dell’evoluzione delle dinamiche di liquidità e di cambiamenti nelle strutture di mercato. A evidenziarlo è l’ultimo report di bfinance, che ha identificato una sfida chiave nell'incorporare gli investimenti in private market in modelli di allocazione strategica degli asset, dato che i private asset crescono nei portafogli istituzionali, a causa della mancanza di benchmark solidi, in particolare per rendimenti e volatilità.
Secondo bfinance, con il private equity che ora rappresenta il 10% della capitalizzazione del mercato pubblico, gli asset owner devono perfezionare i loro approcci mentre affrontano le sfide della rapida crescita delle asset class del mercato privato, il calo dell'attività di Ipo, il trend al ribasso di lunga data nelle distribuzioni dei fondi di private equity e i modi in cui i GP (general partner) hanno virato verso altre forme di exit. Il rapporto ha anche rilevato che i rischi di liquidità rimangono una considerazione critica, con quasi la metà degli investitori istituzionali (47%) che si aspetta un premio di illiquidità a lungo termine inferiore di circa il 2/4%. Il report suggerisce che gli investitori in private market dovrebbero assumere un premio del 2% per i fondi di buyout e un premio del 3% per il venture capital (rendimento geometrico). Questo cambiamento mette in discussione l'ipotesi secondo cui gli investimenti nel mercato privato sovra performeranno sistematicamente i mercati pubblici e solleva interrogativi circa i rendimenti aggiustati per il rischio adeguati.
bfinance evidenzia anche i vantaggi di diversificazione dei private market. Con l'attività di Ipo in declino e un numero maggiore di aziende che optano per transazioni take-private, la relazione tra mercati pubblici e privati si sta evolvendo. Sebbene entrambi i mercati rispondano alle forze macroeconomiche, una correlazione in indebolimento tra mercati privati e pubblici supporta le allocazioni nei private market come strumento di diversificazione, in particolare in un contesto di crescente concentrazione nei titoli azionari pubblici globali.
Inoltre, il report solleva anche dubbi circa le ipotesi di rendimento e volatilità, in special modo per quanto riguarda i limiti del tasso interno di rendimento (IRR) come misura di performance. Invece, i rendimenti ponderati nel tempo (TWR) possono essere una misura più affidabile per le decisioni di asset allocation. Le stime di volatilità devono anche essere adattate per riflettere il vero profilo di rischio dei private asset, dato che modelli di rendimento artificialmente fluidi possono portare a vantaggi di diversificazione sopravvalutati.
Nonostante l'incertezza, i mercati privati rimangono una componente essenziale dei portafogli istituzionali. bfinance sottolinea l'importanza di una governance forte e di framework di allocazione chiari per garantire che gli investitori possano navigare efficacemente nel panorama in continua evoluzione. Strategie di investimento coerenti, operazioni secondarie guidati da GP e strutture semi-liquide stanno rimodellando le opportunità, mentre un fundraising più lento e valutazioni elevate potrebbero migliorare le condizioni degli investitori. Una supervisione attiva e un processo decisionale disciplinato saranno fondamentali per il successo a lungo termine.
I private market si stanno evolvendo velocemente e gli investitori devono ripensare allocazione, rischio e governance”, afferma Ruben Mutsaers, Senior Director, Portfolio Solutions di bfinance. “I giorni in cui si dava per scontato che il private equity avrebbe prodotto costantemente rendimenti superiori sono finiti. C'è bisogno di una modellazione più solida, aspettative di rendimento realistiche e una forte supervisione per garantire che gli investimenti del mercato privato rimangano una componente preziosa dei portafogli istituzionali. Affinando i benchmark e integrando un approccio public-plus-premium, gli investitori possono prendere decisioni più consapevoli in un panorama sempre più complesso”, conclude Mutsaers.

Il Report di bfinance “Private Markets and the Asset Allocation Imperative” è disponibile cliccando qui.

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