Investitori istituzionali ed Etf attivi - J.P. Morgan Asset Management
Per la survey, condotta in collaborazione con Research in Finance, quasi il 30% dei grandi asset owner intervistati utilizza attualmente tali strumenti, mentre il 73% si ritiene “considerer”
03/02/2025
Redazione MondoInstitutional
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J.P. Morgan Asset Management (JPMAM) ha pubblicato una survey che analizza l’attuale panorama e il potenziale sviluppo degli Etf attivi tra gli investitori istituzionali europei. La ricerca rivela le caratteristiche della scelta, le opportunità e le sfide degli Etf attivi tra gli investitori istituzionali.
JPMAM precisa che la survey, condotta in collaborazione con Research in Finance, mette in evidenza i risultati di una serie di interviste qualitative condotte con 70 fund selector istituzionali e decisori di schemi pensionistici, assicurazioni, società di consulenza e Fondazioni in 12 Paesi europei, tra cui Regno Unito, Germania, Italia e Francia. Il rapporto evidenzia alcune differenze nell'adozione degli Etf attivi: quasi il 30% dei grandi asset owner intervistati utilizza attualmente questi innovativi strumenti di investimento per risparmiare sui costi, gestire il rischio dei propri portafogli e aumentare il patrimonio, mentre il 73% si ritiene “considerer” con poco meno della metà di questo gruppo che prevede di utilizzare presto gli Etf attivi.
Tra le principali evidenze, JPMAM identifica due gruppi ben distinti tra gli investitori istituzionali: gli early adopter (27%) che sfruttano gli Etf attivi per obiettivi tattici e strategici, in particolare per gestire la volatilità del mercato e allinearsi agli obiettivi tematici, e i considerer (73%) che si dimostrano ancora poco propensi per via di una preferenza per gli Etf passivi, scarsa conoscenza e ostacoli strutturali.
Inoltre, la ricerca evidenzia i diversi livelli di utilizzo degli Etf in Europa, con allocazioni più elevate in Italia, Francia e Germania, e identifica il reddito fisso e l'ESG (environmental, social e governance) come sottotemi chiave da monitorare, con molti investitori che considerano queste aree come opportunità non ancora sfruttate per gli Etf attivi.
"La confusione, la complessità, le preferenze del mercato e gli ostacoli strutturali e normativi sono citati come ostacoli a una più ampia adozione degli Etf attivi. La ricerca evidenzia che un'adozione più ampia di questi strumenti richiederà una migliore conoscenza e performance dimostrabili per convincere i considerer. Gli Etf attivi e tematici, in particolare quelli che comprendono temi sostenibili, sono visti come potenziali punti di accesso a un'adozione più ampia.
J.P. Morgan Asset Management ha inoltre ricordato il proprio impegno nel guidare il dialogo sugli Etf attivi e a fornire strumenti e approfondimenti necessari agli investitori istituzionali per prendere decisioni informate: "In qualità di maggiore fornitore di Etf Ucits attivi, con oltre 37 miliardi di dollari di asset in gestione in queste soluzioni, JPMAM continua a innovare e ad ampliare la propria offerta per soddisfare le esigenze in continua evoluzione degli investitori".
“I risultati sono incoraggianti. Se si considera che la maggior parte degli Etf attivi a livello globale ha meno di tre anni, è impressionante vedere che quasi il 30% dei grandi asset owner in Europa sta già utilizzando gli Etf attivi”, ha dichiarato Travis Spence, Global Head of ETFs di J.P. Morgan Asset Management, aggiungendo: “Ci aspettiamo che l'adozione da parte degli investitori istituzionali aumenti nei prossimi anni, in linea con il progredire del track record degli Etf attivi, raggiungendo un livello di scala. La nostra survey evidenzia la necessità di una maggiore educazione e chiarezza sui vantaggi degli Etf attivi (trasparenza, flessibilità, liquidità, efficienza dei costi e potenziale di sovraperformance) per liberare il loro pieno potenziale nei portafogli istituzionali, in modo che le istituzioni europee possano beneficiare delle opportunità offerte dagli Etf attivi".

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