Le Casse di previdenza sono in prima fila per la parità di genere
L'AdEPP ha ricordato le certificazioni ottenute e gli impegni presi in materia da Enpab, Enpacl, CDC e Cassa Forense
21/08/2024
Redazione MondoInstitutional
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Le Casse sono in prima fila anche nella promozione della parità di genere. Lo sottolinea AdEPP (Associazione degli Enti Previdenziali Privati), ricordando che il 18 novembre 2021 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la Legge 5.11.2021 n. 162 “Modifiche al codice di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n.198 e altre disposizioni in materia di pari opportunità tra uomo e donna in ambito lavorativo”. La legge, dai più denominata legge sulla parità salariale, contiene alcune modifiche ed integrazioni al codice delle pari opportunità (d.lgs. 198/2016), con una serie di interventi atti a contrastare il gap retributivo di genere.
In particolare, l'Ente presieduto da Alberto Oliveti rimanda che l’art. 46 bis, a decorrere dal 1 gennaio 2022, prevedeva l’istituto della certificazione della parità di genere, tendente a “ridurre il divario di genere in relazione alle opportunità di crescita in azienda, alla parità salariale e parità di mansioni, alle politiche di gestione delle differenze di genere e alla tutela della maternità”. "Certificazione riservata alle aziende, pubbliche e private, che, in via obbligatoria o su base volontaria (meno di 50 dipendenti), adottino i rapporti biennali. Le aziende private in possesso di questo “attestato”, ottennero, inoltre, una premialità di parità (art.5 l.162/2021), ovvero uno sgravio contributivo per il 2022, nonché un punteggio premiale nell’ambito della valutazione, da parte di autorità titolari di fondi europei, nazionali e regionali, di proposte progettuali, ai fini della concessione di aiuti di Stato". 
AdEPP, concentrandosi in particolare sulle Casse di previdenza, sottolinea che alcune di esse non solo hanno adottato i criteri stabiliti ma hanno già ottenuto la certificazione di parità di genere. A fare da apripista è stato Enpab (Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza a favore dei Biologi), presieduto da Tiziana Stallone, che ha ricevuto nel 2023 la Certificazione UNI/PdR125. Si tratta, aveva affermato la Presidente, di “un risultato importante, che ci rende orgogliosi, soprattutto perché speriamo che questo atto sia di esempio e testimonianza per tutto il mondo del lavoro”.
Nel dettaglio, “sono sei le aree tematiche su cui Enpab è stato valutato: cultura e strategia, governance, processi Risorse umane, opportunità di crescita ed inclusione delle donne in azienda, equità remunerativa per genere e tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro. Ogni area è contraddistinta da una percentuale che indica l’avanzamento nel tempo rispetto all’obiettivo dell’inclusione. Il grado di maturità dell’Ente verrà aggiornato con un monitoraggio annuale e una verifica ogni due anni, come previsto dalla procedura". È dal 2015 che la Presidente Stallone amministra la Cassa, anni in cui l’Ente è passato da una sola donna presente all’interno dei Consigli a un totale di 13 donne su 21, raggiungendo il 62% e andando così a costituire una rappresentanza più conforme alla platea degli iscritti (74% donne).
Il 23 aprile di quest’anno, poi, ad ottenere la certificazione è stata Enpacl (Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza dei Consulenti del Lavoro), che si è impegnata "a garantire il rispetto dei principi presenti all’interno della politica integrata, consapevole dell’importanza di agire sulla propria cultura interna adottando idonee misure di informazione e di sensibilizzazione di tutto il personale per promuovere l’inclusione e per rimuovere stereotipi, discriminazioni ed ogni forma di abuso fisico e verbale”.
È stata poi la volta di CDC (Cassa Dottori Commercialisti). “È un risultato importante, che ci rende orgogliosi. In questa direzione, abbiamo sviluppato un piano triennale volto a garantire l’attuazione degli obiettivi e a sensibilizzare sempre più l’intera organizzazione sulle tematiche dell’inclusione e delle pari opportunità”, ha dichiarato il Presidente Stefano Distilli, aggiungendo: “Ringrazio, anche a nome del Consiglio di amministrazione, il personale della Cassa che da sempre è impegnato in un processo continuo di miglioramento. Ciò ci ha permesso di costruire un ampio sistema di gestione integrato che costituisce un elemento di garanzia per i nostri Associati, assicurando il rispetto dei principi di legalità, di equità, di trasparenza e di efficienza”.
La Cassa ha inoltre commentato: “In un contesto come quello italiano in cui il numero medio delle donne occupate è inferiore a quello degli uomini, la Cassa Dottori Commercialisti presenta un organico sostanzialmente equilibrato per genere in quanto composto prevalentemente da donne, che rappresentano il 57,46% del totale, con una presenza femminile distribuita trasversalmente in tutti i livelli aziendali. Con riferimento ai ruoli di responsabilità (Dirigenti, Quadri, Responsabili di Ufficio e Referenti di funzioni a staff), l’Ente conta il 45,24% di donne e il 54,76% di uomini, a conferma del sostanziale raggiunto equilibrio di genere. Dal punto di vista retributivo la Cassa non presenta alcun gender pay gap”.
Passando agli avvocati, invece, Cassa Forense nel mese di giugno ha pubblicato un documento dal titolo “Politica per la parità di genere” nel quale specifica: “Per identità di genere s’intende l’insieme dei comportamenti collegati all’essere femmina e all’essere maschio che concorrono a definire l’appartenenza al genere maschile o femminile anche riguardo alla percezione individuale di sé. In questo contesto la Cassa ha definito politiche sulle tematiche relative al genere per garantire un ambiente di lavoro inclusivo nei confronti di chiunque e per assicurare la parità di genere relativa alla presenza e alla crescita professionale del genere femminile nell’organizzazione. In tal senso vuole procedere alla valorizzazione delle diversità presenti nei ruoli che operano nell’organizzazione a a mantenere processi in grado di sviluppare l’enpowerment femminile nelle attività di business”.
Da qui la scelta del Cda di Cassa Forense di istituire un Comitato Guida per la Parità di Genere, affidando allo stesso tempo specifiche risorse economiche tali da garantire gli impegni presi. L'impegno è stato seguito da un elenco di 15 impegni/obiettivi che la Cassa presieduta da Valter Militi intende raggiungere, in attesa della certificazione.

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