Dal lato degli investimenti obbligazionari, sui governativi sono state sfruttate le opportunità offerte dai mercati per aumentare l’esposizione ai titoli di Stato spagnoli e francesi, preferendo inoltre le scadenze medio/lunghe su quelli italiani per il fatto che sul breve termine i rendimenti risultano più allineati a quelli degli altri Paesi dell’Eurozona. Guardando all’allocazione negli Oicr, nella componente degli strumenti liquidi è aumentato il peso dei prodotti obbligazionari focalizzati sui titoli finanziari, high yield e dei Paesi emergenti, mentre per quanto riguarda i fondi di private market anche lo scorso anno è proseguito il trend di aumento della diversificazione tra gestori, asset class e strategie, con una maggiore cautela rispetto al passato alla luce della dinamiche di raccolta e aumento dei riscatti. Sono queste le principali scelte operate da Antonio Granito, Responsabile Area Finanza di Intesa Sanpaolo Vita, che ha sottolineato l’importanza di mantenere un elevato livello di liquidità e liquidabilità degli asset per fronteggiare l’attuale contesto senza incorrere in importanti minusvalenze.
Nel 2023 le polizze Vita di Ramo I hanno realizzato il miglior dato di raccolta dal 2019, sebbene nell’anno appena concluso le Compagnie hanno dovuto fronteggiare un significativo aumento nei riscatti da parte degli assicurati. Quali scelte avete fatto per ottimizzare l’operatività nel bilanciare le entrate e le uscite dalle vostre gestioni separate?
L’aumento dei riscatti registrato nel 2023, in parte compensato da flussi di nuova raccolta, ha evidenziato ancora una volta l’importanza di poter disporre di un framework di Asset Liability Management (ALM) particolarmente robusto, anche in scenari di stress, e di un forte presidio del rischio liquidità. Avendo storicamente privilegiato sia la liquidità che la liquidabilità degli asset, la nostra Compagnia si è trovata in una posizione ideale per cogliere le opportunità offerte dal significativo aumento delle curve dei rendimenti, oltre che per fronteggiare l’inevitabile aumento dei riscatti, evitando di subire gli impatti negativi derivanti dal realizzo di importanti minusvalenze.
Nel 2024 il mercato ritiene probabile che ci saranno i primi tagli dei tassi da parte della Bce. Come state gestendo l’esposizione ai titoli governativi italiani con scadenza a breve e a medio/ lungo termine?
L’esposizione ai titoli governativi italiani rimane una parte importante dei nostri portafogli. I livelli di rendimento che esprimono rispetto agli altri governativi area euro, su base risk adjusted, risultano ancora piuttosto attraenti. Per questo motivo l’esposizione ai governativi italiani rimane significativa e vicina ai limiti di rischio definiti dalle politiche di investimento. Per quel che riguarda le scadenze, per i titoli italiani preferiamo quelle medio/lunghe mentre sul breve termine i rendimenti risultano più allineati a quelli degli altri paesi dell’area euro, e quindi meno interessanti.
La risalita dei rendimenti nei titoli di Stato ha riguardato l’intera Eurozona, con i bond decennali di Germania, Francia e Spagna che hanno toccato picchi, rispettivamente, del 3%, 3,6% e 4,1%. Verso quali Paesi avete aumentato la diversificazione delle vostre gestioni separate?
La generalizzata risalita dei rendimenti dei titoli governativi ha offerto opportunità di diversificazione degli investimenti anche in termini geografici. A tal proposito le nostre preferenze per ciò che concerne i titoli dell’area euro, oltre all’Italia, sono andate verso Francia e Spagna.
Dove vedete le migliori opportunità sul segmento dei titoli societari? Su quali tipologie di corporate bond, invece, preferite non investire nell’attuale contesto di mercato?
Il nostro interesse per i titoli corporate si focalizza sugli emittenti finanziari, e fra questi, soprattutto sulle banche di migliore qualità, sia europee che americane. In generale la preferenza è per obbligazioni senior e solo tatticamente per quelle subordinate, che hanno vissuto un anno turbolento in seguito alla vicenda Credit Suisse, ma che per questo offrono ancora un buon livello di entrata e di rendimento atteso. Per le obbligazioni societarie di emittenti industriali siamo invece piuttosto cauti, non tanto in termini di rischio assoluto quanto per motivi valutativi; in questo caso consideriamo gli emittenti con migliore qualità creditizia.
Fino al 2021 la vostra Compagnia aveva incrementato ogni anno in modo graduale l’esposizione agli Oicr, riducendone poi lievemente il peso nel corso del 2022. Quali scelte avete operato nel corso del 2023? Che considerazioni state facendo per valutare nuovi investimenti tramite fondi di private market?
L’investimento in Oicr liquidi (non private) nel corso del 2023 è stato concentrato soprattutto nei fondi obbligazionari finanziari, high yield e dei mercati emergenti, prevalentemente in classi a distribuzione e a cambio coperto. Nei mercati private, dove il market timing diventa meno rilevante nella scelta, continuiamo ad aumentare la diversificazione tra gestori, asset class e strategie, con una maggiore cautela rispetto al passato alla luce delle dinamiche di raccolta e aumento dei riscatti che ha richiesto una particolare attenzione al grado di liquidabilità degli investimenti e di liquidità desiderata sui portafogli.
L'intervista integrale è stata pubblicata su MondoInvestor nr. 237 di gennaio 2024.
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