I Fondi pensione possono essere uno straordinario motore di sviluppo del Paese
Riccardo Realfonzo (Fondo Cometa) racconta le ultime novità nella gestione dei comparti del Fondo, mentre sono in corso riflessioni sul mondo degli alternativi
29/03/2023
Redazione MondoInstitutional
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La previdenza complementare potrebbe essere uno straordinario motore di sviluppo del Paese, ma il suo potenziale non è ancora sfruttato in Italia. A sostenerlo è Riccardo Realfonzo, Presidente del Fondo Cometa (Fondo nazionale pensione complementare per i lavoratori dell’industria metalmeccanica, dell’installazione di impianti e dei settori affini, e per i lavoratori dipendenti del settore orafo e argentiero), secondo il quale, per indirizzare più risorse all’economia del Paese, “occorrerebbe creare uno strumento di investimento diretto che raccolga quote di risparmio spontaneamente versate dai Fondi, a condizione che vi sia una garanzia di rendimento a favore dei lavoratori legata alla rivalutazione del Tfr”. Dopo un 2022 particolarmente difficile per mercati e rendimenti finanziari, poi, Realfonzo afferma di guardare con serenità al futuro, racconta le novità introdotte di recente nella gestione dei differenti comparti del Fondo e anticipa alcuni dei prossimi progetti.

Il 2022 è stato un anno difficile per tutti gli investitori, inclusi quelli istituzionali come i Fondi pensione. Qual è il bilancio per l’anno da poco concluso a livello di gestione finanziaria dei vostri comparti? In particolare, quali novità avete introdotto?
Il 2022 è stato un anno particolarmente difficile per i mercati finanziari, e dunque per tutta la previdenza complementare, a causa degli effetti della guerra tra Russia e Ucraina sulla dinamica dei prezzi, con le conseguenti svolte di politica monetaria delle Banche Centrali. Guardiamo tuttavia con serenità al futuro perché i segnali di ripresa dei mercati sono evidenti e perché abbiamo fatto un lavoro enorme per mettere a punto una nuova politica di investimento. Sono infatti da poco operativi i nuovi comparti finanziari, che abbiamo affidato ad alcune tra le principali società a livello mondiale. L’aggiornamento delle strategie finanziarie è il frutto di un lungo lavoro di studio e analisi delle caratteristiche demografiche, retributive e contributive, oltre che degli obiettivi previdenziali sia dei lavoratori iscritti al Fondo sia della popolazione metalmeccanica in generale, così come dell’analisi dei risultati ottenuti dalle gestioni finanziarie durante gli ultimi cinque anni, dello studio dell’attuale contesto di mercato e delle stime di medio/lungo periodo degli investimenti. Con i nuovi mandati intendiamo rispondere alla crisi e ai mutamenti del quadro finanziario degli ultimi anni, puntando a offrire ai nostri iscritti rendimenti di medio/lungo periodo e, quindi, una copertura previdenziale sempre più adeguata e in linea con i loro diversi profili e obiettivi. Abbiamo modificato i criteri per il calcolo dei limiti di volatilità dei comparti, passando a un sistema incentrato sulla volatilità ex ante per il comparto Monetario Plus e Reddito, per i quali abbiamo previsto limiti rispettivamente dell’1,25% e dell’8%. Nel Monetario Plus una delle novità è l’aumento della componente di obbligazioni corporate, la cui esposizione strategica è salita al 32%. Per conseguire al meglio l’obiettivo del Reddito, invece, abbiamo incrementato la diversificazione degli investimenti e alzato la quota massima possibile di azioni dal 40% al 50%. L’esposizione strategica ai corporate bond è pari al 25% del portafoglio, mentre per i titoli governativi legati all’inflazione è pari al 6%. Circa il nostro comparto più sfidante, il Crescita, l’esposizione strategica alla componente azionaria è ora pari al 55%, cui si aggiunge un’ancora più ampia diversificazione globale dell’investimento. In questo caso, si tratta di mandati di gestione attivi rispetto al benchmark previsto dato un livello di Tev pari al 5%. Se da una parte seguiremo un approccio di mantenimento dei valori del capitale per chi è prossimo alla pensione, dall’altra andremo a cercare rendimenti maggiori (sempre in un’ottica attenta di rischio calcolato) per altri profili, in particolare per i giovani che aderiscono al comparto Crescita.

Avete in programma di apportare altre modifiche alla gestione finanziaria e di realizzare nuovi investimenti?
Per il momento la nostra intenzione è di monitorare con la massima attenzione il lavoro dei gestori. Stiamo riflettendo sul mondo degli alternativi.

Lei ha più volte evidenziato come i Fondi pensione possono avere un ruolo determinante, tramite i loro investimenti, nell’economia e nelle politiche industriali. In che modo? Qual è la sua proposta?
La previdenza complementare potrebbe essere uno straordinario motore di sviluppo del Paese, il suo potenziale non è per nulla sfruttato in Italia. Il settore oggi raccoglie poco più di 200 miliardi di euro, ma meno di 5 miliardi vengono investiti nelle imprese italiane. Sin qui i diversi progetti ipotizzati per provare a trattenere un maggior volume di risorse in Italia non hanno retto la sfida del mercato. Infatti, i CdA dei Fondi devono inseguire i maggiori rendimenti per i loro aderenti, a parità di grado di rischio, e quasi sempre questi maggiori rendimenti si trovano all’estero, dove ci sono mercati più sviluppati e redditizi. Occorrerebbe creare uno strumento di investimento diretto che raccolga quote di risparmio spontaneamente versate dai Fondi, a condizione che vi sia una garanzia di rendimento a favore dei lavoratori legata alla rivalutazione del Tfr. Ci sono diverse soluzioni tecniche per muoversi in questa direzione. Queste risorse potrebbero essere utilizzate per favorire la crescita economica e occupazionale, coinvolgendo le parti sociali nella definizione delle strategie generali e delle opportune forme di monitoraggio dei tempi, delle modalità e dei rendimenti degli investimenti. In questo modo, sarebbe possibile incanalare una quota importante del risparmio pensionistico verso le imprese italiane, un importo che potrebbe persino toccare i 20 miliardi di euro, se si uguagliasse la quota che in altri Paesi è dedicata dai Fondi pensione agli investimenti in economia reale. Si tratterebbe di una strategia di straordinario rilievo per mettere parte del risparmio nazionale al servizio dello sviluppo economico del Paese, senza ledere in alcun modo diritti e aspettative dei risparmiatori. Come ho ripetuto più volte, questa strada a mio avviso andrebbe seguita con grande determinazione.

Avete iniziato il 2023 inaugurando la vostra nuova sede. Un’operazione che considerate più come un importante traguardo o un nuovo inizio?
Sia l’uno sia l’altro. Vediamo la nuova sede come la nuova casa di Cometa e dei lavoratori metalmeccanici, il luogo dove costruiremo insieme un futuro più solido per i nostri aderenti. L’acquisto della nuova sede e i risparmi gestionali che ne conseguono permetteranno di portare ancora più avanti il lavoro di efficientamento e ottimizzazione delle attività, che già ci permette di offrire costi di gestione finanziaria e amministrativa, e quindi anche costi di adesione a carico degli iscritti, ai valori minimi assoluti nel settore in Italia.

Di recente lei ha anche sottolineato come sia fondamentale per Cometa operare per un incremento delle adesioni. Quali azioni e iniziative avete in programma di attuare per raggiungere tale risultato?
È fondamentale operare per un incremento delle adesioni, così da estendere a una platea di lavoratori sempre più ampia le opportunità e i vantaggi che Cometa offre per il loro futuro. Oggi contiamo 460 mila adesioni e c’è ancora molto spazio per crescere. Per questo motivo, stiamo per mettere in campo un progetto di comunicazione finalizzato a raggiungere i lavoratori metalmeccanici non iscritti, ai quali Cometa intende illustrare l’importanza della previdenza complementare negoziale e le ragioni per cui la proposta del Fondo rappresenta una risposta puntuale ai loro bisogni pensionistici.
Abbiamo pubblicato un bando per selezionare un soggetto specializzato che ci accompagni in questo percorso, ora stiamo esaminando le risposte al bando. Puntiamo molto su questa azione di promozione del Fondo e appostato risorse significative per questa attività.
Insieme a questo, proseguiremo il nostro ampio progetto di formazione rivolto ai delegati, per favorire e rafforzare la conoscenza del Fondo e della previdenza complementare nei luoghi di lavoro. Il prossimo 6 marzo chiuderemo un ciclo di formazione e faremo un punto con le parti istitutive, il CdA e i delegati su queste attività di promozione del Fondo.

L'intervista integrale è stata pubblicata su MondoInvestor nr. 227 di febbraio 2023.

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