Il 29 luglio scorso Foncer (Fondo pensione negoziale complementare a capitalizzazione per i lavoratori dipendenti dell’industria delle piastrelle di ceramica e di materiali refrattari), Fondo Gomma Plastica (Fondo Pensione Complementare a Capitalizzazione per i lavoratori dell’industria della gomma, cavi elettrici ed affini e delle materie plastiche), Fopen (Fondo Pensione Dipendenti del Gruppo Enel), Pegaso (Fondo Pensione Complementare a capitalizzazione e a contributo definito per i dipendenti delle imprese di servizi di pubblica utilità) e Previmoda (Fondo Pensione Complementare a capitalizzazione e a contributo definito per i dipendenti delle imprese di servizi di pubblica utilità) hanno pubblicato un bando per la selezione di un gestore (GEFIA) al quale affidare un mandato a investire in fondi di infrastrutture, nell’ambito del Progetto Infrastrutture Vesta. L’ammontare indicativo del commitment complessivo deliberato dai fondi è pari a 168 milioni di euro, suddivisi in cinque mandati: 18 milioni per il comparto Bilanciato di Foncer, 40 milioni per il Bilanciato di Fondo Gomma Plastica, 15 milioni ciascuno per i comparti Bilanciato Obbligazionario e Bilanciato Azionario di Fopen, 40 milioni per il Bilanciato di Pegaso e 40 milioni per lo Smeraldo Bilanciato di Previmoda. MondoInvestor ne ha parlato con il gruppo di lavoro che coordina i lavori del Progetto.
Innanzitutto, potete spiegarci cosa prevede questo progetto?
Il Progetto Infrastrutture Vesta ha l'obiettivo di affidare ad un GEFIA mandati di gestione per investire in infrastrutture. Il gestore avrà l’obiettivo di ottenere un cash multiple netto almeno pari a 1,6 al termine della convenzione della durata di 15 anni (ossia restituire almeno il 60% in più di quanto conferito), investendo in fondi d’investimento alternativi (FIA) operanti nei settori delle infrastrutture, adottando uno stile di gestione attivo e perseguendo un’opportuna diversificazione di portafogli. Più nello specifico, il portafoglio dovrà essere investito in infrastrutture di tipo economico e sociale, con prevalenza di quelle economiche (almeno 50% degli impegni), e per almeno l’80% nell’Unione Europea, con una quota significativa di investimenti in Italia. Al riguardo, si precisa che ciascun Fondo si riserva di valutare l’esposizione desiderata sull’Italia, che comunque non potrà eccedere il 50% degli impegni. Infine, i FIA infrastrutturali dovranno essere focalizzati principalmente in strategie di tipo core e/o core plus. Come già avvenuto per Iride e Zefiro, la fase esecutiva del Progetto è stata preceduta da un percorso di analisi e conoscenza del mercato delle infrastrutture e, in particolare, di quello domestico ed europeo. Questa attività, che ha visto un ampio coinvolgimento dei consiglieri di amministrazione, dei direttori, delle funzioni finanza e di gestione del rischio dei Fondi, ha facilitato la convergenza sulle scelte di investimento e la condivisione delle regole generali sia del progetto che del procedimento di selezione del GEFIA. Per quanto riguarda la composizione del gruppo, verrebbe da dire con un vecchio adagio sportivo: “Squadra che vince non si cambia”. Nella sostanza c’è infatti continuità fra Zefiro e Vesta, poiché i 4 Fondi pensione Fopen, Gomma Plastica, Pegaso e Previmoda sono tutti presenti, ma abbiamo anche il ritorno di Foncer, che aveva partecipato al Progetto Iride. Con riferimento alla modalità di investimento, se squadra vincente non si cambia, è possibile anche affermare che ha senso mantenere uno schema di gioco che funziona bene. Fino ad alcuni anni fa l’idea di adottare un mandato di gestione per investire in FIA poteva sembrare qualcosa che non aveva senso in presenza della possibilità di investire direttamente in FIA. Ora grazie alle iniziative di diversi Fondi pensione contrattuali, fra cui quelle già richiamate di Iride e Zefiro, è diventato “normale” ipotizzare questa modalità, che ricordiamo presenta vantaggi sotto il profilo della diversificazione, dei costi (rispetto allo schema tipico del Fondo di FIA) e del controllo dei rischi operativi.
Perché ritenete di particolare importanza l’investimento in infrastrutture?
Da un’analisi delle classi di investimento “private” o “illiquide”, è emerso che quella con il migliore profilo rischio/rendimento, dopo private equity e private debt, è senza dubbio quella relativa alle infrastrutture. Se ciò era vero fino alla fine del 2019, nel triennio 2020/2022 è diventato ancora più importante alla luce di quanto è successo fra pandemia e conflitto russo/ucraino, in ragione delle fragilità che sono emerse per quanto riguarda le reti di approvvigionamento energetico, le sempre maggiori necessità di interconnessione digitale, le nuove esigenze a livello sociale, senza trascurare la dimensione sempre più irrinunciabile della sostenibilità. Non è un caso che queste tematiche siano richiamate più volte all’interno del PNRR.
Come si inserirà questo investimento infrastrutturale all’interno delle allocazioni dei diversi comparti coinvolti?
I Fondi pensione coinvolti hanno definito nelle proprie asset allocation un obiettivo di investimento in attività private e questo investimento contribuisce al raggiungimento di tale livello. In particolare, si ritiene che questa tipologia di investimento in FIA abbia caratteristiche intermedie in termini di redditività e rischio fra private equity e private debt, con una migliore capacità di proteggere dall’inflazione in ragione delle modalità in cui sono definite le tariffe delle infrastrutture regolate.
Quali tipi di asset infrastrutturali potrebbero essere più interessanti per voi? In particolare, dato anche il contesto che stiamo vivendo, prevedete di poter investire in progetti legati alle energie rinnovabili?
Gli investimenti in energie rinnovabili e in efficienza energetica costituiscono oggi una parte significativa di questo comparto e quindi potranno essere presi in considerazione dai gestori partecipanti al processo di selezione. Tuttavia riteniamo che, per ridurre il rischio idiosincratico tipico di ogni tipologia di infrastrutture, sia importante la diversificazione settoriale, come abbiamo richiamato esplicitamente nel bando. Una scelta “tematica” più caratterizzata è stata ritenuta non coerente con la visione strategica dei Fondi pensione, soprattutto considerando che si tratta del primo investimento effettuato in tale asset class. La scelta della modalità indiretta è motivata anche dalla necessità di fare un percorso di apprendimento nella costruzione di un portafoglio robusto.
In conclusione, quali sono i tempi previsti per l’esecuzione del Progetto?
Il termine per la presentazione delle offerte è stato fissato per il 19 settembre. Dopo la pubblicazione del bando abbiamo riscontrato l’interessamento da parte di numerose società e siamo quindi confidenti che le offerte siano tali da consentire il confronto tra un’adeguata pluralità di candidati. Seguirà un iter valutativo che sarà condotto da un gruppo di lavoro appositamente costituito dai Fondi partecipanti al Progetto. Per l’analisi dei questionari, il suddetto gruppo di lavoro si avvarrà del supporto di Prometeia Advisor Sim. Ad esito di tali valutazioni, saranno individuate le migliori candidature (short list) da sottoporre alle delibere consiliari dei Fondi. Quindi si procederà agli incontri diretti aventi lo scopo di acquisire elementi aggiuntivi e chiarimenti, nonché l’esame delle offerte economiche ricevute. La conclusione della fase di valutazione è prevista per fine novembre. Al soggetto valutato idoneo, secondo insindacabile giudizio dei Fondi, sarà inviata comunicazione apposita per procedere alla stipula delle relative convenzioni di gestione che regoleranno i rapporti tra ciascun Fondo e il GEFIA, in conformità alle indicazioni contenute nello schema Covip. Contiamo di completare il set up operativo e contrattuale all’inizio del nuovo anno, in modo da fissare la decorrenza dei mandati di gestione prevedibilmente entro il primo trimestre del 2023.
L'intervista integrale è stata pubblicata su MondoInvestor nr. 222 di settembre 2022.
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