Fondenergia: un 2021 ricco di novità, da Bankitalia ai nuovi mandati di gestione
Danilo Di Crescenzo, Direttore Generale del Fondo per i lavoratori del settore energia, illustra l’evoluzione della strategia d’investimento e i progetti in cantiere per il 2022
08/03/2022
Redazione MondoInstitutional
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Per Fondenergia il 2021 è stato un anno di grandi novità. Il Fondo pensione complementare per i lavoratori del settore energia alla fine dell’anno appena concluso ha scelto di investire nel capitale sociale di Banca d’Italia, acquisendo una quota di partecipazione dello 0,93% per un controvalore di 70 milioni di euro, invitando anche altri Fondi pensione a seguire questo percorso. Danilo Di Crescenzo, Direttore Generale di Fondenergia, spiega a MondoInvestor la visione strategica alla base di tale decisione e, in particolare, la possibilità di aumentare la quota di investimento in futuro. Fondenergia, poi, ha di recente affidato alcuni mandati di gestione all’interno dei comparti Bilanciato e Dinamico. “Nell’attuale struttura dei comparti citati abbiamo ridefinito le strategie ed aggiornato le linee guida che risalivano a qualche anno fa”, spiega Di Crescenzo, che sottolinea anche un altro importante cambiamento: “La gestione è passata da completamente attiva, dove i mandati venivano raddoppiati al fine di diversificare gli stili di gestione degli asset manager, ad un mix di strategie attive e passive”. Riguardo al prossimo futuro, il Direttore Generale di Fondenergia aggiunge inoltre che l’attuale asset allocation strategica ha aumentato la quota di portafoglio da investire nei mercati alternativi, che includerà anche investimenti in FIA attivi nel mercato delle infrastrutture. Di Crescenzo annuncia, in particolare, che il comparto Garantito, il cui mandato è in scadenza a fine anno, subirà delle modifiche, con l’inserimento di una quota modesta di asset illiquidi. Nella prima parte del 2022 verrà anche implementata l’attività di prestito titoli, in collaborazione con il depositario.

Innanzitutto, di recente avete investito nel capitale di Banca d’Italia. Qual è la visione strategica alla base di questo investimento?
L’investimento ha l’obiettivo di aumentare la diversificazione ed incrementare la decorrelazione dagli investimenti mobiliari tradizionali, in modo da migliorare complessivamente il profilo di efficienza del Fondo. E’ una soluzione intermedia tra un investimento in una società non quotata (tipico del private equity) e un asset in grado di generare una stabile e robusta forma di remunerazione, come lo potrebbero essere i beni reali o un’obbligazione a lunga scadenza. Ha il vantaggio di non prevedere commissioni, consente di realizzare l’immediata saturazione dell’obiettivo di investimento e non presenta il fenomeno della J-Curve.

Nei mesi scorsi avete anche affidato alcuni mandati di gestione all’interno dei comparti Bilanciato e Dinamico. Quali sono le caratteristiche principali di questi nuovi mandati?
Nell’attuale struttura dei comparti citati abbiamo ridefinito le strategie ed aggiornato le linee guida che risalivano a qualche anno fa. La gestione è passata da completamente attiva, dove i mandati venivano raddoppiati al fine di diversificare gli stili di gestione degli asset manager, ad un mix di strategie attive e passive. I mandati riferiti a titoli governativi sono ora completamente passivi; quelli in corporate bond sono attivi perché in quel mercato riteniamo che ci sia la possibilità di estrarre maggior valore; nei mercati azionari la gestione attiva è riservata a quei gestori che investono negli emergenti. L’attuale AAS ha aumentato significativamente la quota di portafoglio da investire nei mercati alternativi (9% nel Bilanciato e 12% nel Dinamico) che impegnerà il Fondo per i prossimi mesi: attualmente il Fondo ricomprende tra queste attività il progetto Iride, che copre il mercato del private equity, e le quote di Banca d’Italia, che impegnano una quota significativamente inferiore all’attuale obiettivo. Nel prossimo futuro, saranno inclusi investimenti in FIA attivi nel mercato delle infrastrutture.

Avete in programma altre novità sul fronte degli investimenti e della gestione finanziaria dei vostri comparti nel corso del 2022?
Il 2022 sarà l’anno in cui Fondenergia implementerà le idee maturate nel corso del 2021. Oltre al già citato piano di investimento in infrastrutture, Fondenergia sta valutando la possibilità di aumentare l’investimento nelle quote di Banca d’Italia fino a una quota ritenuta adeguata. Il comparto Garantito, il cui mandato è in scadenza a fine anno, subirà delle modifiche in considerazione dell’AAS individuata durante il 2021 e in base a quanto stiamo vedendo sul mercato. Riteniamo quindi che le nuove Convenzioni abbiano una scadenza più lunga e questo ci permetterà di inserire una quota modesta di asset illiquidi per garantire ai nostri iscritti almeno la restituzione del capitale versato. Nella seconda parte del 2021 Fondenergia ha anche individuato la possibilità di effettuare il prestito titoli in collaborazione con il depositario. Questa attività sarà implementata nella prima parte del 2022 e contiamo che a regime si possa generare oltre un milione di rendimenti da destinare in parte alla riduzione dei costi a carico dell’aderente e in parte all’aumento del rendimento, in linea con le disposizioni Covip.

All’interno dei comparti Bilanciato e Dinamico avete anche modificato la politica d’investimento includendo alcuni obiettivi di sostenibilità. Cosa prevedono? Avete in programma ulteriori provvedimenti sul fronte ESG?
Nella gestione dei mandati liquidi abbiamo adottato il criterio del best in class, tenendo in considerazione i settori e i Paesi di ciascuna società, mutuando l’esperienza degli asset owner nordici dove tali politiche sono diventate prassi. Questo ci consente di assimilare i comparti all’Articolo 8 del Regolamento 2088/ 2019, mantenendo una elevata somiglianza con i benchmark e prevedendo regole di costruzione del portafoglio che facciano tendere le scelte di investimento verso titoli con scoring ESG superiori.

L'intervista integrale è stata pubblicata su MondoInvestor nr. 215 di gennaio 2022.

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