La più grande preoccupazione per gli investitori risiede oggi nella paura che il Covid19 possa costituire un ostacolo alla ripresa economica. È quanto emerge dalla 19° edizione dell’indagine Mercer European Asset Allocation, che ha coinvolto oltre 850 portafogli istituzionali paneuropei di 11 Paesi, per una copertura totale di 1.000 miliardi di euro di asset under management.
Le nuove varianti del virus e una distribuzione geografica non uniforme dei vaccini generano un diffuso timore che l’economia fatichi a ripartire: questa situazione ha generato nelle menti degli investitori la preoccupazione di una correzione dei mercati nel corso dell’anno. A ciò si aggiunge un’ondata di fallimenti societari e uno shock inflazionistico, che sono rispettivamente in terza e quarta posizione nella lista delle principali preoccupazioni degli investitori. Questi rischi sono connessi, dato che una maggiore inflazione porterebbe ad una politica monetaria restrittiva, o addirittura potrebbe portare le banche centrali a commettere errori. Quest’ultimo scenario occupa la quinta posizione nella classifica.
“In Italia è di grande attenzione ormai l’evoluzione dell’inflazione, probabilmente sottovalutata lo scorso anno. Mercer aveva identificato il rischio di una inflazione particolarmente alta già a fine 2020 e suggerito ai propri clienti Istituzionali di costruire per tempo portafogli che in qualche modo potessero resistere all’urto di una inflazione più alta di quanto previsto", ha affermato Luca De Biasi, Responsabile Wealth di Mercer Italia, che ha poi proseguito: "In tale ottica utilizzare oro, commodities, inflation linked bond, ma anche esposizione a infrastruttura e real estate, rappresentano un punto di partenza che va però completato con altre scelte di portafoglio coraggiose”. L’indicazione emersa nel 2020 si legge chiaramente nelle preferenze espresse dagli investitori in termini di costruzione e gestione dei portafogli istituzionali.
Marco Valerio Morelli, Amministratore Delegato di Mercer Italia ha invece commentato: “Questo studio conferma la propria rilevanza, poiché consente di effettuare un confronto tra politiche degli investimenti degli investitori istituzionali italiani nel contesto internazionale. Dallo studio emerge chiaramente la nuova tendenza alla rimodulazione e diminuzione della esposizione su azioni quotate con la diversificazione dei portafogli attraverso investimenti alternativi. Rimane significativa l’integrazione dei rischi ESG nelle decisioni di investimento, con maggiore attenzione sulla tematica ambientale (Environmental)”.
L’indagine Mercer si può considerare tra le più rappresentative fonti di informazione circa le scelte degli investitori istituzionali, per la valenza del confronto e la dimensione paneuropea, così come, per quanto riguarda l’Italia, per la presenza numerica e la rilevanza degli asset under management. Il campione italiano che ha preso parte all’indagine vale infatti circa 80 miliardi di euro (peso dell’8% sul totale dei partecipanti) grazie alla partecipazione di Casse di previdenza (con un peso pari al 26%), Fondi pensione (sia negoziali che pre-esistenti, con un peso pari al 21% del campione) e Fondazioni di origine bancaria (con un peso pari al 53% del campione).
Per visualizzare la presentazione di Luca De Biasi, Responsabile Wealth di Mercer Italia, cliccate qui.
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