Secondo il nuovo studio condotto da Macquarie Asset Management, il ramo di gestione patrimoniale di Macquarie Group, il cambiamento climatico è considerato la questione ESG di prioritaria importanza per gli investitori istituzionali, ma la maggior parte di loro ha difficoltà a integrare l’analisi dei rischi climatici all’interno dei propri portafogli di investimento.
La ricerca ha coinvolto 180 investitori istituzionali globali di real asset, tra cui gestori patrimoniali, banche, consulenti e advisor, Fondazioni, Compagnie assicurative e Fondi pensione, che insieme rappresentano più di 21 mila miliardi di dollari di asset under management.
Entrando nei dettagli dei risultati, mentre più della metà degli investitori che ha partecipato alla survey ha indicato il cambiamento climatico come il tema ESG di interesse primario, al momento solo il 47% tiene traccia di alcune o di tutte le emissioni dei propri portafogli di investimento, e il 46% generalmente non affronta nei propri portafogli i rischi climatici fisici e di transizione posti dal climate change. Solo il 35% degli investitori intervistati si è impegnato ad allineare i propri investimenti all’obiettivo net zero entro il 2050. Gli investitori delle aree EMEA e ANZ sono attualmente più avanti nell’affrontare i rischi climatici, ma ci sono segnali che le controparti in Asia e in America intendano accelerare l’integrazione ESG nei prossimi anni attraverso una migliore analisi del clima e dell’asset allocation.
“Mentre i risultati del sondaggio evidenziano i progressi che la comunità degli investitori istituzionali ha fatto nell'incorporare i fattori ESG nel proprio approccio di investimento, il nostro sondaggio evidenzia anche le molte sfide che tali investitori continuano ad affrontare per una migliore comprensione e gestione di come i rischi fisici e di transizione posti dal cambiamento climatico possano avere un impatto sui loro portafogli di investimento", ha evidenziato Phil Peters, Head of Macquarie Asset Management’s Client Solutions Group, che ha poi proseguito: "Non è un processo facile data la diversa natura della maggior parte dei portafogli, ciò significa che i proprietari di asset e i gestori patrimoniali giocheranno un ruolo chiave nel supportare gli investitori che cercano di identificare, valutare e gestire i rischi e le opportunità ESG, sia esistenti che emergenti”.
La maggior parte degli investitori istituzionali intervistati, inoltre, ha dichiarato di aver migliorato negli ultimi due anni il proprio approccio all’analisi e alla divulgazione dei risultati ESG e all’allocazione di capitali verso prodotti di investimento che integrano pratiche di sostenibilità. Tra le società intervistate, la percentuale di quelle con una funzione dedicata ESG è cresciuta dal 47% al 59% rispetto all’ultima survey condotta da Macquarie Asset Management nel 2019. Questa attenzione alla sostenibilità negli investimenti è destinata a intensificarsi, come dimostra il fatto che l’89% degli intervistati indica l’intenzione di incrementarla nei prossimi due anni. Inoltre, una grande maggioranza ora condivide l'idea che una strategia di sostenibilità positiva possa migliorare i rendimenti finanziari.
Infine si segnala come la crescente importanza dell’ESG è destinata ad essere sempre più influente nel processo di asset allocation: l’82% dei rispondenti afferma di essere intenzionato ad aumentare gli impegni verso strategie d'investimento che integrano pratiche di sostenibilità e il 77% prevede di fare lo stesso per prodotti o gestori che mirano a specifici risultati ESG. Le strategie che incorporano il disinvestimento attivo da asset o settori con elevati rischi ESG potrebbero anche aumentare, dato che l’investimento sostenibile si sta spostando dai margini della comunità degli investitori diventando sempre più mainstream.
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